sabato 20 novembre 2010

Il consumismo ti consuma; la sobrietà non è povertà e l'accumulo non è felicità


Noto slogan, citato tra l'altro da Z. Bauman in Vite di corsa, esemplifica tra la condizione attuale che viviamo in Italia, in cui la pubblicità e gli atteggiamenti della pubblicità dominano sulla politica e in tutti i campi della vita dell'uomo. Si assiste al detrimento del nostro essere uomini, perché il consumismo vive sulla "vegetazione" di desideri inappagati: la non soddisfazione è la realizzazione apicale del consumismo.
Inapaggati e inappagabili, poiché inseriti in un flusso continuo di novità e di cambiamento in cui i soggetti non hanno più appiglio cui aggrapparsi e non hanno più tempo per sé; entro questo flusso casuale (che riguarda non solo pochi ambiti della società, ma la maggior parte di essa) creare narrazioni, ordini e sequenze evolutive è sempre più difficile e i frammenti prendono il sopravvento e le cose galleggiano con lo stesso peso specifico nell'inarrestabile corrente del denaro. La società dei consumi, la nostra, ci inserisce all'interno di un flusso in cui manca la sostanzialità delle cose. Di conseguenza anche i nostri sentimenti vengono bruciati perché eguagliati a tutto il resto: spazzatura e affetto si somigliano nel rapido vortice del consumismo.
Spreco, eccesso e inganno vanno di pari passo. E la nostra vita, caratterizzata dalla brevità, dal transitorio e dall'oblio, è un incerto vagare tra mille cose, tutte inutili e incapaci di permetterci di conoscere noi stessi.
Annegati nel mare del superfluo, in cui è il denaro a indicarci quale via seguire, si vive in condizioni di straziante ed incurabile incertezza, perché minacciati di restare indietro, di venire esclusi dal gioco della società, ecc. Prendere la vita a frammenti non può essere la nostra soluzione, né farci governare dal denaro...

Vendola su L'Aquila

venerdì 5 novembre 2010

Pubblicità, consumismo, conformismo

Qualche riflessione sull'incontro di ieri o su qualcosa che non è stato detto? Se avete materiale (video o testi), mandate...

Nella pubblicità, più forte della passione è l'illusione...