La condizione di chi ricerca qualcosa, la nostra condizione, affrontata e analizzata nei temi dell'anno tra scelte e vocazione, ci conduce linearmente all'incontro con la Bibbia. E da qui, è stato naturale immaginare qualche incontro di lectio divina.
In tal senso la nostra condizione somiglia a quella di Cristiana, l'interlocutrice della lettera di Lambiasi, che scrive: "Ho cercato Dio, ho trovato la fede, ho scoperto l'amore. Il suo primo nome è Misericordia, il novantanovesimo è Tenerezza; secondo segreto: la fede è un grande amore; terzo, la santità è bellezza. Ma ora ho bisogno di imparare a pregare con la Bibbia; vorrei fare della parola di Dio il viatico quotidiano del mio pellegrinaggio del cuore".
Da qui, alla lectio:
Il primo motivo è quello della nostra ricerca: siamo nella condizione di approfondire il nostro incontro con Dio e la Bibbia è lo strumento migliore di cui possiamo disporre.
Il secondo gli è affine: leggere la Bibbia ci offre un percorso di preghiera ponderato. Ci insegna a pregare, cioè a non riempirci solo di noi stessi; ci allontana dall'egoismo.
Il terzo motivo è che ci offre un esempio migliore di Narciso, cioè di una società fondata su tre equazioni: la gioia coincide con il piacere (a me mi piace); la verità è uguale all'opinione (a me mi pare); la libertà fa rima con spontaneità (a me mi va). Ci offre l'esempio di Gesù. Di un Dio che ci libera dagli idoli vuoti e ci aiuta a capire il nostro posto nel mondo.
Il quarto motivo è quello di un Gesù che diventa luce per la nostra fede e per la nostra vita. E la Bibbia è vita, non semplicemente un libro di carta. E, attraverso la lectio, possiamo affinare il modo di incontrarlo: la lettura diventa uno strumento per trasformare qualcosa che può essere usato per il barbecue, in qualcosa che ci riempa la vita!
Infine, il motivo conclusivo, è che siamo alla fine di un ciclo. E ho ritenuto importante concludere con un percorso che ci dia la possibilità di aprirci al futuro. Leggere la Bibbia assieme non ci rinchiude in noi stessi, ma ci dà uno slancio di crescita per vivere il futuro. E, come leggere e commentare un libro con gli amici è affascinante, così lo sarà anche per questo libro strano che è la Bibbia...
La scelta è caduta sul libro di Tobia, perché è un racconto denso di vita. Perché contiene quello che sperimentiamo nelle nostre vite: le debolezze, le ingiustizie, le nostre buone opere che non vengono colte da nessuno, le nostre preghiere "inascoltate"; c'è un angelo che viene mandato dal Signore a tirarci su per i capelli, a salvarci quando ne abbiamo bisogno, che ci accompagna in un cammino - e manco ci accorgiamo che ci sia... -, e c'è uno sperare contro ogni speranza che dà realtà viva ad un racconto vero. E nello squarcio di vita che si apre, c'è l'incontro con Gesù.
In tal senso la nostra condizione somiglia a quella di Cristiana, l'interlocutrice della lettera di Lambiasi, che scrive: "Ho cercato Dio, ho trovato la fede, ho scoperto l'amore. Il suo primo nome è Misericordia, il novantanovesimo è Tenerezza; secondo segreto: la fede è un grande amore; terzo, la santità è bellezza. Ma ora ho bisogno di imparare a pregare con la Bibbia; vorrei fare della parola di Dio il viatico quotidiano del mio pellegrinaggio del cuore".
Da qui, alla lectio:
Il primo motivo è quello della nostra ricerca: siamo nella condizione di approfondire il nostro incontro con Dio e la Bibbia è lo strumento migliore di cui possiamo disporre.
Il secondo gli è affine: leggere la Bibbia ci offre un percorso di preghiera ponderato. Ci insegna a pregare, cioè a non riempirci solo di noi stessi; ci allontana dall'egoismo.
Il terzo motivo è che ci offre un esempio migliore di Narciso, cioè di una società fondata su tre equazioni: la gioia coincide con il piacere (a me mi piace); la verità è uguale all'opinione (a me mi pare); la libertà fa rima con spontaneità (a me mi va). Ci offre l'esempio di Gesù. Di un Dio che ci libera dagli idoli vuoti e ci aiuta a capire il nostro posto nel mondo.
Il quarto motivo è quello di un Gesù che diventa luce per la nostra fede e per la nostra vita. E la Bibbia è vita, non semplicemente un libro di carta. E, attraverso la lectio, possiamo affinare il modo di incontrarlo: la lettura diventa uno strumento per trasformare qualcosa che può essere usato per il barbecue, in qualcosa che ci riempa la vita!
Infine, il motivo conclusivo, è che siamo alla fine di un ciclo. E ho ritenuto importante concludere con un percorso che ci dia la possibilità di aprirci al futuro. Leggere la Bibbia assieme non ci rinchiude in noi stessi, ma ci dà uno slancio di crescita per vivere il futuro. E, come leggere e commentare un libro con gli amici è affascinante, così lo sarà anche per questo libro strano che è la Bibbia...
La scelta è caduta sul libro di Tobia, perché è un racconto denso di vita. Perché contiene quello che sperimentiamo nelle nostre vite: le debolezze, le ingiustizie, le nostre buone opere che non vengono colte da nessuno, le nostre preghiere "inascoltate"; c'è un angelo che viene mandato dal Signore a tirarci su per i capelli, a salvarci quando ne abbiamo bisogno, che ci accompagna in un cammino - e manco ci accorgiamo che ci sia... -, e c'è uno sperare contro ogni speranza che dà realtà viva ad un racconto vero. E nello squarcio di vita che si apre, c'è l'incontro con Gesù.
Un incontro che diventa missione, impegno, esercizio: vita ancora!
Leggere nella Bibbia l'amore di Dio, oltre a farci comprendere la sua presenza nella storia, ci aiuta ad incontrarlo. Ovviamente, come in tutte le cose che si fanno una prima volta, occorre metterci del proprio: occorre mettersi in gioco e crederci un pochino; metterci il cuore. Sennò tutto può venire male; e perdere tempo non ha senso...
L'impegno, per leggere al meglio qualcosa che ci può parlare di noi, è uno sforzo che sicuramente verrà ripagato lautamente.
Inizieremo, quindi, leggendo alcuni brani dei primi 5 capitoli...
Leggere nella Bibbia l'amore di Dio, oltre a farci comprendere la sua presenza nella storia, ci aiuta ad incontrarlo. Ovviamente, come in tutte le cose che si fanno una prima volta, occorre metterci del proprio: occorre mettersi in gioco e crederci un pochino; metterci il cuore. Sennò tutto può venire male; e perdere tempo non ha senso...
L'impegno, per leggere al meglio qualcosa che ci può parlare di noi, è uno sforzo che sicuramente verrà ripagato lautamente.
Inizieremo, quindi, leggendo alcuni brani dei primi 5 capitoli...