giovedì 29 luglio 2010

Campo a L'Aquila

Cari ragazzi,
ci siamo!

Il campo sarà dal 24 agosto al 3 settembre.
Come sapete ci recheremo in un campo Caritas in cui, presumibilmente, saremo assieme a tantissimi altri giovani provenienti da tutta Italia. Ci verrà chiesto di svolgere diversi servizi: ogni mattina ci divideremo per andare a fare ciò che ci viene richiesto; ovviamente il campo verrà bene se riusciremo a non stare solo tra di noi, ma se ci divideremo e a coppie sapremo mescolarci con tutti gli altri.

Vi chiedo di prestare attenzione a diverse cose:
il ritrovo per la partenza è alle 11.00 all'autostazione del 24/8. Mi raccomando puntuali; andremo giù in pullman. Il ritorno sarà il 3 settembre in stazione verso le 18.30.

Tra le cose da portare non ci sono richieste particolari, salvo il modulo e il sacco a pelo. Soprattutto è necessario portarsi POCA roba: gli spazi sono pochi e non è necessario portarsi troppi vestiti. Mi raccomando, prestate particolare attenzione a questo. Inoltre è necessario portare la Bibbia, la Liturgia delle ore e un quaderno o qualche foglio. Anche la macchina fotografica è cosa gradita.

Tra quelli che sono andati nel campo a Pile è buona usanza portare vestiti da lasciare o generi di conforto (cibi in scatola, ma non pasta). Sarebbe opportuno che ognuno di noi si portasse dietro qualcosa da lasciare alla Caritas del campo, cose che verranno consegnate agli abitanti del capoluogo. Ok? (Per intenderci: va bene vestiario usato ma non troppo, escluderei biancheria intima; cibi in scatola tipo tonno o simili.)

Infine, vi chiediamo di portare altri 30 euro alla partenza da consegnarmi, perché i biglietti sono costati un pelo più del previsto e perché, restando qualche giorno in più, mi sembra ovvio lasciare un'offerta maggiore dato che avremo vitto (Giulia, sembra abbondante!!!) e alloggio.

Soprattutto è importante venire al campo con grande spirito di volontà, impegno ed attenzione verso gli altri! Come per ogni cosa siete voi a fare il campo e sarà il vostro mettervi in gioco a premiarvi con la buona riuscita di un campo che è molto particolare. L'invito è, infine, quello di avere attenzione verso le diversità che sono raccolte all'interno del campo Caritas in cui saremo e verso una popolazione che avrà senz'altro voglia di raccontare la realtà della propria esperienza; realtà che, come ci ha raccontato Martino, è molto diversa da quella della tv.

Forza e coraggio!!!
Ci vediamo il 24 mattina.

venerdì 23 luglio 2010

Il cinema sotto il tendone: Blade Runner



Ovviamente un film non è solo una scena, ma l'insieme della storia che conduce a quella scena. Questa è stra-nota!
Blade Runner è un film di fantascienza ambientato nella Los Angeles del 2019. Esempio cinematografico per eccellenza di Dystopia, citazione del film Metropolis di Fritz Lang è diventato a sua volta fonte di ispirazione per tantissime opere, sicuramente note. La trama è semplice: in un ambiente post-umano in cui si è consumato un eco-cidio di enormi dimensioni: una città di immensi e decadenti palazzoni (significativa è la pubblicità della Coca-Cola) è sotto una pioggia continua in cui flora e fauna non sono presenti se non come ricostruzioni umane; in quest'ambiente da giudizio finale assistiamo all'inseguimento di quattro replicanti da parte dello sfiduciato poliziotto Harrison Ford.

Il film non si sottrae allo scontro tra le parti, soddisfacendo i canoni del film d'azione; ma vi innesta una ricerca più profonda. Le due parti, replicanti da un lato e Deckard dall'altro, si interrogano sul senso della vita. I primi, infatti, esempio di super-uomo disumanizzato e con una breve vita a termine costruita in laboratorio, tornano sulla terra per cercare di costruirsi più vita, sommergendoci con i loro dubbi e le loro paure: il tempo non è mai bastante e la morte incombe. Ma anche gli umani paiono disumanizzati, tanto che in questo mondo dall'atmosfera tetra, le vite si confondono come lacrime nella pioggia e l'umanità si sciupa.

Purtuttavia il film non è un monito della morte, o un incentivo a sfruttare l'attimo. Vuole essere, propriamente, un'interrogazione sulla vita, sui ricordi che la compongono, sulle emozioni e sui sentimenti che le danno senso. Sul rischio di perdere la nostra umanità e sulla necessità di tenercela stretta. Sulla costruzione della vita attraverso un'empatia sentimentale di notevole intensità...

Buona visione

venerdì 16 luglio 2010

Il cinema sotto il tendone: Il sorpasso



Il Sorpasso è un film in perfetto equilibrio tra la commedia all'italiana e il dramma sociale; è l'equilibrio tra le parti in scena: tutto giocato su due protagonisti/antagonisti e sul loro duello psicologico sul filo dei 130 km/h. E' una commedia, perché tanti sono i momenti comici che si mostrano nella complessità del cialtronesco bullo Gassman, ed è divertente ridere del goffo, ma dotto Trintignant; ma è anche un dramma sociale perché la corsa in macchina, che rappresenta il progresso del boom economico dell'Italia negli anni 60, è priva di senso.
Il film stesso non ha una trama sensibile, non ha una storia da raccontare. Il regista segue con l'occhio della cinepresa le avventure inutili dei due protagonisti, conoscenti per caso nella Roma deserta di Ferragosto. E' una Dolce Vita: in cui il viaggio in macchina, ripetuto e continuato, incontra la romanità al mare, nello svago estivo, ma sempre senza meta, in un girare a vuoto che finisce nel vuoto.

Il film non è solo una critica ad un'Italia che non trova se stessa; critica che è ancora attuale. E', anche, il film sui due giovani protagonisti e sul loro approcciarsi alla vita. Non sono due macchiette, ma mostrano una complessità psicologica che è interessante e che ci riguarda e che, speriamo, ci possa far riflettere.

Commenti???

venerdì 9 luglio 2010

Il cinema sotto il tendone: Fortapasc



Fortapasc (qui, o qui) è un film su un giovane giornalista, Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985 per aver compiuto il proprio dovere di inchiesta e denuncia. L'abbiamo scelto perché, accanto alla tragedia che certo dà significato alla storia, il film è incentrato sula vita del protagonista, con i suoi
sogni, i suoi desideri, i suoi amori, le sue fatiche. E' una vita quotidiana, simile alla nostra; vissuta in una società assediata (ecco il significato del titolo) dalla criminalità e dalla corruzione, in cui tutti i crimini rischiano di diventare quotidianità a loro volta, soffocando nei soprusi la legalità e la convivenza civile.
L'attualità del film è sconvolgente, sia perché il tema della camorra ci è ben noto dopo il libro di Saviano, sia perché la scena in cui si svolge la narrazione ricorda un fatto a noi vicino: il terremoto nell'Iripinia e la ricostruzione successiva. Il protagonista viene ucciso per aver indagato sulla commistione tra camorra e politica nella consegna degli appalti per la ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 1980. Inoltre è attuale per una frase sul giornalismo che ci indica come una libera informazione permetta di definire il benessere della società: questo è un paese di giornalisti impiegati, si dice con riferimento alla Campania e forse all'Italia in generale. Siani, il protagonista, non lo era.

Buona visione