giovedì 22 aprile 2010

Narciso e Boccadoro

Due estratti di Narciso e Boccadoro, che Chiara ci invita a leggere:

Boccadoro, immobile, ossevava l'opera sua. La contemplazione, cominciata come un'adorazione al monumento della sua prima giovinezza e della sua amicizia, finì con una tempesta di ansie e di pensieri gravi. Ecco lì la sua opera: il bel discepolo* sarebbe rimasto e la sua fioritura delicata non avrebbe mai avuto fine. Egli invece, che l'aveva creato, doveva ormai prender congedo dalla propria opera, già l'indomani essa non gli apparterrebbe più, non aspetterebbe più le sue mani, non crescerebbe e fiorirebbe più sotto di esse, non sarebbe più per lui rifugio, conforto e senso della vita. Egli rimaneva vuoto. E gli pareva che il meglio sarebbe stato prender congedo quel giorno stesso non solo dal suo Giovanni, ma anche dal maestro, dalla città e dall'arte. Egli non aveva più nulla da fare in quel luogo; non c'erano immagini nella sua anima, che potesse rappresentare.

"Ma quale fu per te il frutto, il significato dell'arte?"
"Fu il superamento della caducità. Vidi che della farsa e della danza macabra della vita qualcosa rimaneva e durava: le opere d'arte. Certo anch'esse un giorno o l'altro passano,bruciano o si rovinano o vengono distrutte. Ma ad ogni modo durano parecchie generazioni e formano al di là del momento un quieto regno d'immagini e di cose sacre. Collaborare a questo mi pare un bene e un conforto, perchè è quasi un rendere eterno ciò ch'è transitorio"
"Questo mi piace molto, Boccadoro. [...] Io credo però che con la tua definizione non hai esaurito ciò che vi è di meraviglioso nell'arte. Credo che l'arte non consista solo nello strappare alla morte e portare a più lunga durata, con la pietra, col legno e coi colori, qualcosa che esiste ma è mortale. Io ho veduto più di un'opera d'arte, certi santi e certe Madonne, che non credo siano solo fedeli riproduzioni di un singolo essere umano, vissuto un giorno, di cui l'artista ha conservato le forme e i colori"
"Hai ragione! [...] L'immagine originaria di una buona opera d'arte non è una figure reale, viva, quantunque questa possa esserne l'occasione determinante. L'immagine originaria non è carne e sangue, è spirituale. E' un'immagine che ha la sua dimora nell'anima dell'artista."


*la statua che raffigura il discepolo Giovanni, a cui Boccadoro ha dato le sembianze di Narciso, il suo amico

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