martedì 5 maggio 2009

Elephant


Si tratta di un film molto intelligente quello di Gus Van Sant, uscito nel 2003 e vincitore di vari premi; tanto intelligente quanto illogico. Più che la strage a Columbine, il regista sfrutta la storia per mostrare una società svuotata: Elephant è questo, tanto intelligente quanto vuoto. Intelligente perché tutto torna, tutto si lega anche se è costruito in un modo fin troppo arzigogolato: il ricamo, voltato l'ordito, mostra la propria vuota immagine. Vuoto perché, pur sforzandosi di ricercare qualcosa di interessante - uno sforzo che si nota nell'incessante inseguimento dei ragazzi - non vi trova nulla; tanto che, le tre ragazze che hanno appena vomitato, sentendo gli spari, sono contente perché ci sarà qualcosa che movimenterà la loro giornata altrimenti piatta e simile alle altre.
Sono giornate uguali, sono vite uguali: vuote, ripetitive; come il menu della mensa: da tenere dentro di sé solo per qualche minuto e poi da vomitare fuori.

Non mancano solo i contenuti o l'impegno delle giornate, è assente ogni tipo di relazione: i dialoghi sono minimi e privi di rilevanza; prendete la lezione stupida sull'omosessualità, la ramanzina del preside che non si vede, il dialogo dei due fidanzatini, i discorsi tra le tre ragazze. Anche l'incontro tra John e il padre, alla fine del film, forse unico sussulto emotivo è tenacemente raffreddato.

Risaltano soprattutto i disagi adolescenziali. Enumerarli sarebbe una prova d'attenzione notevole, perché tutti i protagonisti, anche gli adulti, soffrono di profonde crisi. Il regista, però, è troppo intelligente per cercare un insegnamento morale, o per solleticarci un sentimento di rimprovero (come se nulla potesse essere rimesso a posto): tutto resta così com'è.
Forse ci illumina solo attraverso gli sguardi sugli altri, i personaggi ci annoiano così tanto perché ci somigliano tantissimo e, allora, più che sfotterli per le nostre stesse imperfezioni, varrebbe la pena di voler conoscere e stabilire delle relazioni vere: ancora torna la relazione...

Ah, meravigliosa la colonna sonora: la scena in cui suona il pianoforte con la telecamera che si guarda intorno è stupenda...

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