mercoledì 21 gennaio 2009

Facciamolo ora!!!

Dal vangelo secondo Marco


Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

La parola chiave del Vangelo di Marco è “subito”. Subito, lo seguirono per diventare pescatori di uomini! Non c’è più tempo da perdere, se vogliamo collaborare con il Signore dobbiamo farlo subito, qui ed ora. Nella nostra famiglia, con i colleghi di lavoro, con il nostro stile di vita. L’umanità è in attesa di qualcuno che la richiami alla realtà: vive sommersa, quasi annegata; ma Gesù propone anche a noi di diventare pescatori di uomini, di aiutarlo a tirare fuori i nostri fratelli dal lago della tristezza. Ci chiede di farlo “subito”, perché come dice S. Paolo, il tempo ormai si è fatto breve; non c’è tempo da perdere, passa la scena di questo mondo per noi e per gli altri e se vogliamo dare un senso alla vita dobbiamo alzarci, andare, seguirlo.
In questa risposta non sta solo la chiamata al servizio, come prima cosa sta l'annuncio della salvezza, la vita eterna a cui qui e ora dobbiamo rispondere.
Come i primi apostoli sorpresi dallo sguardo di Gesù mentre erano intenti alle loro quotidiane occupazioni, anche noi dobbiamo saperlo incontrare nelle nostre case spesso lacerate da incomprensioni e recriminazioni, nel lavoro inquinato da invidie e frustrazioni, nel nostro cuore travagliato da angosce e dal peccato. Per poter diventare pescatori di uomini, a nostra volta dobbiamo farci pescare da Gesù e dobbiamo fidarci di Lui (e farlo subito).
“Ogni giorno possiamo incontrare Gesù ed esserne sconvolti. Non dobbiamo avere nessun timore. Gesù non si annuncia mai attraverso la paura, ma attraverso un grande ed incoercibile desiderio che egli esaudisce sempre, quando viene l’ora, al di là di ogni aspettativa”.
Il vangelo è una educazione ai nostri desideri: per crescere dobbiamo saperli indirizzare. C'è sicuramente una attesa, abbiamo delle aspettative: studiamo per avere un buon lavoro, oltre che per imparare e dimostrarlo a professori e compagni. In questo caso l'attesa è immediata. Si tratta di ora.
Il regno di Dio si è realizzato, è venuto sulla Terra, è Gesù. Rimandare non è più possibile, perché significa non accoglierlo.
E' certo che accoglierlo significa non esserci dentro al 100%; non è una questione di cifre e di numeri. E' un percorso che si compie, che prevede anche un obiettivo a cui rispondere con energia anche se non si è completamente convinti, perché è un affidarsi. I discepoli non erano convinti, perché non sapranno fino alla resurrezione chi è davvero Gesù. Eppure loro hanno seguito: si sono fidati!!!
Il nostro desiderio di pienezza, di vera vita si compie. Si compie ora. Rimandare non è possibile, perché è un'ebbrezza di auto-sufficienza; è un errore, è una paura che, se è ben comprensibile, non può sussistere di fronte a Dio: il credente sta davanti a Dio come il bambino piccolo che solleva le braccia di fronte a sua madre. Si riconosce la propria debolezza, ma si mostra la voglia di andare incontro a chi è QUI e ORA con noi. Ogni rinvio corrisponde ad una fuga.

Inoltre, la chiamata è una chiamata fuori dalla morte! Siamo chiamati fuori dal mare (simbolo che indica la morte); siamo chiamati per compiere una missione.
Possiamo rimandare in eterno, ma corrisponderebbe a rimandare la nostra vita, a non realizzarla: è più comodo stare seduti in poltrona a poltrire, ma che vita sarebbe?

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