venerdì 25 dicembre 2009

Ignari vs Ignavi

Propriamente ignaro significa colui che non sa e non conosce, inesperto, inconsapevole. Mentre l'ignavia è la mancanza di forza morale e di volontà, l'incapacità di prendere una decisione.
Benché diversi, rappresentano due categorie antitetiche della responsabilità. I primi, perché vivono la loro vita nel solco di una sorta di quotidianità borghese che li forza alla sopravvivenza, senza rendersi conto delle cose, distratti e noncuranti, disinteressati di tutto ciò che non è effimero. Gli altri non sono mai stati in grado di prendere una decisione e mantenersi saldi in essa, ma hanno vagato seguendo diverse "bandiere"/mode a seconda delle condizioni. Mi pare, però, che questa seconda categoria sia un classico della letteratura, meno attuale della prima, legata com'è all'inferno dantesco, alla fissità dell'uomo medievale (soprattutto perché defunto) e ad un collegamento con la politica più che con un'etica individuale. Partire da quella concezione e dirsi ignavi oggi (o definire l'ignavia oggi) è complesso, perché l'individualismo moderno ci porta a ritenere e a difendere ogni nostra decisione, ogni nostra presa di posizione anche nei casi in cui non si tratti di una reale decisione, cioè maturata attraverso un percorso personale di impegno. L'attualità dell'ignavia dantesca risiede nell'assenza di impegno non intesa nei soli termini pratici, ma in quelli di una moralità connessa all'uso proprio dell'intelletto: impegnarsi per gli altri non coincide solo con un atto pratico e non coinvolge solo un sentimento di attaccamento affettuoso nei confronti degli altri, ma riguarda un lavoro di consapevole maturazione personale, che conduce a comprendere quello che succede nel mondo.

L'attualità dell'ignavia è contenuta nel concetto di ignaro, la cui mancanza (come scrive Heinrich Böll) di consapevolezza è legata non all'indecisione, ma ad una incapacità di intelligenza e di interesse nel vedere e capire che li conduce a non far proprio il nocciolo delle questioni di cui si interessano, restando sempre in superficie e, come gli ignavi, cambiando bandiera, "al passo coi tempi", a seconda delle convenienze, ma senza vivere realmente e senza trattenere nel cuore - rielaborato dall'intelletto - nulla. L'ignavia, categoria solo morale, è astratta nel nostro moderno se l'indecisione di essa non si collega all'impiego ordinante e costituente dell'intelletto che comprende, conosce e rende consapevoli del mondo.

Gli ignari sono gli individui incerti, che non hanno saputo rischiare, scrive l'autore riferendosi a quanti, nel medesimo istante dell'uccisione del Cristo, stavano seduti a fare colazione. Con la placida vuotezza di chi non si interessa di nulla; "ahimé, è l'antica stirpe che non può essere sradicata, la stirpe dei morti viventi. A volte i loro figli mostrano negli anni giovanili una certa brillantezza, che sembra molto promettente, a l'opacità putrida del sangue e la materia marcescente dei cervelli oscura ben presto quell'ingannevole luminosità. Non conoscono il distacco divino dalle cose terrene, che invece dovrebbe essere patrimonio di ogni cristiano. [...] E' gentaglia insulsa , estranea a tutto ciò che è essenziale e assoluto, insensibile al fascino dell'arte e non gravata dalla responsabilità di Dio, r noi potremmo anche lasciare cadere il nostro silenzio su questa parte del genere umano, se non si trattasse pur sempre di nostre sorelle e di nostri fratelli che ci sono stati affidati come tutti gli altri".

"Ogni volta che tornavamo da questi abissi di orrore, guardavamo in faccia quei beati idioti, che negano la miseria e la povertà, i cui occhi sono impastati di una poltiglia nauseante che nasconde loro ogni realtà e verità... [...] Dobbiamo imparare a riconoscere questi assassini dello spirito che si definiscono élite intellettuale. Non sanno cosa sia la fede, non sanno cosa sia l'impegno, e se si definiscono cristiani, non credetegli, sono pronti a vendere Dio alla prima occasione per la loro esistenza: ma no, non lo vendono neppure, sarebbe una tto troppo impegnativo; eludono tutto; la cosa più terribile è che eludono anche la Croce... vanno in Chiesa come se andassero al circolo...".


E cosa significa protervia?

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