venerdì 23 luglio 2010

Il cinema sotto il tendone: Blade Runner



Ovviamente un film non è solo una scena, ma l'insieme della storia che conduce a quella scena. Questa è stra-nota!
Blade Runner è un film di fantascienza ambientato nella Los Angeles del 2019. Esempio cinematografico per eccellenza di Dystopia, citazione del film Metropolis di Fritz Lang è diventato a sua volta fonte di ispirazione per tantissime opere, sicuramente note. La trama è semplice: in un ambiente post-umano in cui si è consumato un eco-cidio di enormi dimensioni: una città di immensi e decadenti palazzoni (significativa è la pubblicità della Coca-Cola) è sotto una pioggia continua in cui flora e fauna non sono presenti se non come ricostruzioni umane; in quest'ambiente da giudizio finale assistiamo all'inseguimento di quattro replicanti da parte dello sfiduciato poliziotto Harrison Ford.

Il film non si sottrae allo scontro tra le parti, soddisfacendo i canoni del film d'azione; ma vi innesta una ricerca più profonda. Le due parti, replicanti da un lato e Deckard dall'altro, si interrogano sul senso della vita. I primi, infatti, esempio di super-uomo disumanizzato e con una breve vita a termine costruita in laboratorio, tornano sulla terra per cercare di costruirsi più vita, sommergendoci con i loro dubbi e le loro paure: il tempo non è mai bastante e la morte incombe. Ma anche gli umani paiono disumanizzati, tanto che in questo mondo dall'atmosfera tetra, le vite si confondono come lacrime nella pioggia e l'umanità si sciupa.

Purtuttavia il film non è un monito della morte, o un incentivo a sfruttare l'attimo. Vuole essere, propriamente, un'interrogazione sulla vita, sui ricordi che la compongono, sulle emozioni e sui sentimenti che le danno senso. Sul rischio di perdere la nostra umanità e sulla necessità di tenercela stretta. Sulla costruzione della vita attraverso un'empatia sentimentale di notevole intensità...

Buona visione

1 commento:

TonyildomatorediPony ha detto...

http://intercom.publinet.it/BR5.htm