Matteo 4, prima domenica di Quaresima:
"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, / ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, / perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo/ e a lui solo rendi culto».
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano."
Commento (qui un altro)
Nessun altro era presente; prima di incominciare il proprio ministero pubblico, lo Spirito spinge e guida Gesù in un deserto di preghiera e digiuno. Utile sì per incontrare il Padre e relazionarsi al meglio con lui, ma è ascesi faticosa: trascorsi quaranta giorni è affamato ed indebolito. In quel momento si avvicina il diavolo per tentarlo. Lo stesso capita all'uomo, quando la fiacchezza spirituale (sovente di chi si riempie di cose, ma si svuota d'animo) torna a farsi pressante in noi.
Le tre tentazioni sono quelle proprie del ministero di Gesù: la prima riguarda la fame. Gesù, pane di vita eterna, nel progetto del diavolo rischia di diventare un fornaio piuttosto che il Salvatore. La sua consapevolezza, la sua forza consiste nel sapere qual è il pane che sfama davvero la nostra penuria, e non di confondere le pietre per cibo. Il pane vero è altro: c'è un cibo più grande e c'è un'umanità più profonda, che va al di là del proprio stomaco. Alla prima tentazione, si risponde con l'intelligenza della distinzione: Gesù ci chiede di resistere al desiderio viscerale e cercare nel cibo spirituale la salvezza.
La seconda riguarda l'impegno nella propria vita. Noi sappiamo che per realizzare qualcosa di sé, occorrerà impegnarci e affrontare momenti di sofferenza. Il diavolo qui propone a Gesù una scorciatoia "gloriosa". Tuttavia quella demoniaca è una scorciatoia senza via d'uscita, sembra più facile, ma non realizza davvero la vita dell'uomo; lo conduce nel gorgo dell'abisso, lo imprigiona. L'esempio di Gesù ci mostra che solo sapendo affrontare le difficoltà, anche noi sapremo condurre bene la nostra vita, trovando il vero bene. Nell'adorazione del Signore troviamo la via per una felicità beata.
Anche la terza tentazione è umanissima: mettere alla prova l'amore di Dio per noi. Nelle intenzioni del demonio, però, c'è di più: il tentativo di mutare la nostra relazione di figli con Dio, plasmandola secondo i nostri desideri. Ci invita a fare un idolo di Dio, affinché possa poi subentrargli e sostituirsi a lui per guidarci. E' la ricerca della reiterazione della tentazione: lontani da Dio, spaventati nel mondo, gli uomini cercano un appiglio e le attenzioni del diavolo ci sviano dalla buona strada. Non che Dio non ci cerchi con la stessa costanza, al contrario. Ma noi, avendolo cacciato dai nostri cuori e sostituito con un dio-stracchino, non lo riconosciamo più.
Il diavolo esiste e cerca di allontanarci dalla nostra vita, cioè dall'amore di Dio, dalla nostra vocazione. Gesù, tuttavia, sa quello a cui andremo incontro e ci mostra un modo per superare le tentazioni. Durante la Quaresima in particolare siamo chiamati a oltrepassare le tentazioni, nell'attesa del Pane che ci sfami...
"Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo. E dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo, / ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».
Allora il diavolo lo condusse con sé nella città santa, lo depose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, gettati giù, poiché sta scritto: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo, / ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, / perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede».
Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non tentare il Signore Dio tuo».
Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». Ma Gesù gli rispose: «Vattene, satana! Sta scritto: Adora il Signore Dio tuo/ e a lui solo rendi culto».
Allora il diavolo lo lasciò ed ecco angeli gli si accostarono e lo servivano."
Commento (qui un altro)
Nessun altro era presente; prima di incominciare il proprio ministero pubblico, lo Spirito spinge e guida Gesù in un deserto di preghiera e digiuno. Utile sì per incontrare il Padre e relazionarsi al meglio con lui, ma è ascesi faticosa: trascorsi quaranta giorni è affamato ed indebolito. In quel momento si avvicina il diavolo per tentarlo. Lo stesso capita all'uomo, quando la fiacchezza spirituale (sovente di chi si riempie di cose, ma si svuota d'animo) torna a farsi pressante in noi.
Le tre tentazioni sono quelle proprie del ministero di Gesù: la prima riguarda la fame. Gesù, pane di vita eterna, nel progetto del diavolo rischia di diventare un fornaio piuttosto che il Salvatore. La sua consapevolezza, la sua forza consiste nel sapere qual è il pane che sfama davvero la nostra penuria, e non di confondere le pietre per cibo. Il pane vero è altro: c'è un cibo più grande e c'è un'umanità più profonda, che va al di là del proprio stomaco. Alla prima tentazione, si risponde con l'intelligenza della distinzione: Gesù ci chiede di resistere al desiderio viscerale e cercare nel cibo spirituale la salvezza.
La seconda riguarda l'impegno nella propria vita. Noi sappiamo che per realizzare qualcosa di sé, occorrerà impegnarci e affrontare momenti di sofferenza. Il diavolo qui propone a Gesù una scorciatoia "gloriosa". Tuttavia quella demoniaca è una scorciatoia senza via d'uscita, sembra più facile, ma non realizza davvero la vita dell'uomo; lo conduce nel gorgo dell'abisso, lo imprigiona. L'esempio di Gesù ci mostra che solo sapendo affrontare le difficoltà, anche noi sapremo condurre bene la nostra vita, trovando il vero bene. Nell'adorazione del Signore troviamo la via per una felicità beata.
Anche la terza tentazione è umanissima: mettere alla prova l'amore di Dio per noi. Nelle intenzioni del demonio, però, c'è di più: il tentativo di mutare la nostra relazione di figli con Dio, plasmandola secondo i nostri desideri. Ci invita a fare un idolo di Dio, affinché possa poi subentrargli e sostituirsi a lui per guidarci. E' la ricerca della reiterazione della tentazione: lontani da Dio, spaventati nel mondo, gli uomini cercano un appiglio e le attenzioni del diavolo ci sviano dalla buona strada. Non che Dio non ci cerchi con la stessa costanza, al contrario. Ma noi, avendolo cacciato dai nostri cuori e sostituito con un dio-stracchino, non lo riconosciamo più.
Il diavolo esiste e cerca di allontanarci dalla nostra vita, cioè dall'amore di Dio, dalla nostra vocazione. Gesù, tuttavia, sa quello a cui andremo incontro e ci mostra un modo per superare le tentazioni. Durante la Quaresima in particolare siamo chiamati a oltrepassare le tentazioni, nell'attesa del Pane che ci sfami...
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