Acclamazione al Vangelo
(Mt 16,25) Alleluia, alleluia.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, dice il Signore;
chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Vangelo: Mc 10,28-31
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro disse a Gesù: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”.
Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna. E molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi”.
Commento:
Pietro e gli altri sono rimasti sconcertati dalla dura reazione di Gesù all'abbandono del giovane ricco che pensa di avere troppo da rinunciare per seguire davvero il Signore (nota bene: ha chiesto a Gesù la ricetta per la felicità, il Signore gliela da e a lui non va bene!). Gesù, sconsolato, ci confida che la ricchezza è un grande rischio, un pericolo per chi voglia davvero trovare la felicità, Sconcerto tra gli apostoli: non che nessuno abbia problemi di ricchezza: l'unico, Matteo, ha venduto tutto e non gli importa più nulla del denaro. Pietro, timidamente (ma probabilmente già immagina la risposta!) chiede conferma di questa teoria: loro hanno lasciato tutto, quindi sono a posto, no?
No, Pietro, anch'io sono dalla tua parte, ma non è proprio così. La ricchezza è questione di atteggiamento del cuore, non di spessore del portafoglio, la ricchezza può essere un'attaccamento eccessivo a un pensiero, a una persona, a un progetto e Gesù dice: l'unico che può colmare davvero il cuore sono io. Non è una minaccia, quella del Maestro, è una promessa: lui pretende di essere più di ogni bene, più di ogni affetto, più di ogni desiderio. La ricchezza, in questo, è perniciosa e ingannevole perché difficilmente realizza quella felicità che promette.
Ho incontrato persone riuscite e realizzate scontrarsi, nella vita, con la difficile realtà che la felicità è nei nostri cuori e il nostro desiderio è infinito. Gesù incoraggia Pietro: se davvero hai lasciato tutto, Pietro, riceverai cento volte tanto. Pietro non sa se essere contento o preoccupato, non sa ancora che dovrà staccarsi dalla cosa più difficile: l'immagine di se stesso buon apostolo, apostolo fedele. Solo nella fatica della sconfitta, nell'umiliazione del tradimento Pietro, infine, scoprirà di avere lasciato l'ultima cosa cui era legato: un falso amor proprio e lì, all'indomani della resurrezione, sul lago di Tiberiade, potrà – finalmente! – dire con verità che ora l'unica cosa che gli importa è quell'amore che ha visto negli occhi di Gesù mentre cercava di attirare a se il giovane ricco...
No, non abbiamo lasciato tutto Signore, e anche lasciare poco ci costa fatica. Ma tu insisti, Maestro buono e paziente, finché il nostro cuore capisca che solo in te trova riposo.
martedì 1 marzo 2011
Il cuore cerca comunque dove posarsi: nella gioia?
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